Le persone come elemento che crea direttamente lo spazio, lo modifica e lo rende mutevole nel tempo, è così che lo studio noa* decide di iniziare la prototipazione di un centro per la cultura e la comunità. Un esercizio complesso, per il quale noa* si interroga su che forma abbia la flessibilità, come si integri la natura nel progetto e fin dove arrivi il ruolo dell’architetto. CeCuCo, Centre for Culture and Community, è un progetto di ricerca con un compito ambizioso: la creazione di un “non luogo” che sia capace di trasformarsi e adattarsi ovunque. Il centro culturale scardina ogni paradigma architettonico di base, innescando una riflessione che guarda ben oltre il futuro. La decisione progettuale di noa* è stata chiara fin dal principio: disegnare un’architettura che non sia indifferente a ciò che succede al suo interno, ma un contenitore flessibile dove sia la comunità a decidere, fare, spostare. Il progetto si basa nella sua geometria su una forma elementare, il triangolo, ripetuta modularmente sia in pianta che prospetto. Lavorare con geometrie facilmente assemblabili consente al centro culturale di espandersi o contrarsi in base alle necessità del contesto.
Uno degli aspetti più singolari dell’utilizzo del modulo in facciata è quello della sua potenziale metamorfosi. noa* concepisce i prospetti come fossero una scacchiera: ci sono alcuni elementi che si possono muovere, con determinate regole e in determinate direzioni, che sta poi a chi vive l’architettura manovrare. Per far sì che lo spazio potesse unire avventori di generazioni diverse ed eventi di vario genere è stata necessaria un’accurata ricerca che definisse in primis i bisogni e le necessità che si potessero presentare. La risposta naturale a queste domande è stata la decisione di concentrarsi sullo studio di spazialità differenti, capaci di soddisfare molteplici esigenze, piuttosto che sul definire a tavolino le funzioni che avrebbero dovuto trovare posto in esse. Entra in gioco ancora una volta la modularità degli spazi, creati con 6 piante diverse potranno essere sfruttati per ogni tipo di evento del centro. Ad esempio, nel modulo small, trovano spazio l’atelier dell’artista, l’edicola, il magazzino fino ad arrivare ai moduli più grandi pensati per teatro e cinema.
noa* ha scelto di utilizzare materiali naturali e un sistema costruttivo a vista, facile da assemblare e smantellare. Nel pacchetto standard la facciata è caratterizzata da una struttura portante in legno a vista e un muro di tamponamento in mattoni d’argilla, alternato alle parti in trasparenza, anch’esse modulari sulla geometria del triangolo. Il centro culturale prevede l’utilizzo di tetti verdi e pergole, impianti fotovoltaici, sistemi di raccolta delle acque piovane, sistemi di ventilazione incrociata così come specchi d’acqua e zone alberate per un microclima temperato. Noa* crea dunque un’architettura che non si cristallizza in un’unica forma ma che riesce a plasmarsi sulle esigenze morfologiche e climatiche del contesto e sopratutto sulla socialità che avviene al suo interno.
Per maggiori informazioni visitare il sito www.noa.network/de/home
CREDITS
Project: CeCuCo, Centre for Culture and Community
Architect: noa* network of architecture
Rendering: Omega Render, noa* network of architecture