TOPTAGLIO: “La nostra forza sono le persone.”

L’impresa del fare, prima ancora di essere un General Contractor

In una società in continua e veloce evoluzione sono tante le sfide che dovrà affrontare, nel futuro, il mondo della edilizia, a partire dalla crescente domanda di nuove abitazioni, infrastrutture e servizi urbani e fino al rinnovamento e alla riqualificazione di aree urbane esistenti. «Oggi gli spazi sono sempre meno. – afferma Paolo Ceresoli, Direttore Generale di TOPTAGLIO – Dobbiamo cercare di riqualificare quello che c’è. Noi cerchiamo di farlo in modo bello, funzionale e duraturo».

TOPTAGLIO, società operante nell’edilizia da 25 anni, e oggi General Contractor specializzato in operazioni di riqualificazione edilizia, ha acquisito, nel tempo, una serie di caratteristiche che lo rendono competitivo sul mercato: «Partiamo dal presupposto – continua Paolo – che si diventa General Contractor con il tempo: passo per passo si affrontano i vari settori del mondo delle costruzioni, acquisendo quella capacità e quelle competenze necessarie. La nostra “anomalia”, se tale la vogliamo chiamare, è quella di esserci specializzati in tutti i settori e dipartimenti». Non è questa l’unica “anomalia” a rendere unica TOPTAGLIO: «Perché oggi i grandi committenti dovrebbero sceglierci? – racconta Paolo – Prima di tutto per le persone, che ritengo siano un grande punto di forza non solo per la nostra azienda, ma anche per chi decide di affidarci un lavoro. Negli anni siamo riusciti a formare e a portare al nostro interno, per ogni tipologia di lavoro, quegli artigiani che oggi sono quasi del tutto spariti. Il cartongessista per noi è una risorsa interna, non è un fornitore. Allo stesso modo, per fare un altro esempio, lo è l’impiantista elettrico e così via, con il tappezziere e il parquettista, che per noi non sono subappaltatori, ma delle figure interne al nostro team, persone fondamentali per portare a termine i nostri progetti».

Maestranze interne e impresa del fare, è una questione di scelte e filosofia aziendali

La carenza di manodopera qualificata è una realtà diffusa nel settore edile, un elemento che ha il suo peso determinante per le sfide dei prossimi decenni: «Le maestranze scarseggiano e sarà sempre peggio in futuro. – afferma Paolo – Chi è riuscito a mantenerle e a formarle è molto fortunato. La difficoltà è trovare persone che abbiano la passione e la voglia di fare questi mestieri. Noi di TOPTAGLIO abbiamo fatto, da diversi anni, la scelta di essere l’impresa del fare e non del gestire, così come accadeva fino a un po’ di anni fa. Abbiamo formato, mantenuto o acquisito internamente le maestranze. Le persone, ribadisco, sono importanti per noi e oggi non potremmo farne assolutamente a meno, così come della fiducia dei nostri clienti, per noi essenziale per andare avanti e realizzare progetti sempre più ambiziosi. Se in questo momento mi guardo indietro e penso a tutti gli anni di attività di TOPTAGLIO, sono contento e orgoglioso del percorso incredibile che abbiamo fatto insieme. Non cambierei nulla e rifarei esattamente tutto quello che ho fatto finora, anche gli errori. Bisogna imparare dagli errori. Se non li avessimo fatti, oggi non avremmo compiuto quei passi in avanti che ci hanno permesso anche di acquisire trasversalità. Non abbiamo un settore di preferenza. Piuttosto vorremmo essere presenti, in maniera equa, in tutti i settori».

L’importanza del fit out per TOPTAGLIO

Il fit out, nell’edilizia, è un processo fondamentale per trasformare gli spazi interni in ambienti funzionali, sicuri e attraenti, nel pieno rispetto delle normative vigenti e delle esigenze di benessere di chi andrà a vivere in quelli spazi. TOPTAGLIO ha sempre avuto un occhio di riguardo per il fit out, impegnandosi in prima persona e rendendolo spesso uno dei suoi fiori all’occhiello: «Il fit out – afferma Paolo – è riallestire uno spazio. Certo, dove c’è possibilità di budget, poter inserire la parte artistica è fondamentale. È più bello e divertente. A volte non piace perché il gusto può non essere in linea, ma quanto meno c’è quella diversità che dà quel tocco di fascino a ogni singolo intervento. Mi piace fare sempre questo esempio: prendi una stanza. Quando arriva il momento del fit out, se la scelta è per un arredo commerciale non devi fare altro che comprarlo e mettercelo dentro. Se, invece, in questa stanza inserisci anche un singolo oggetto, ma unico nel suo genere, dà a quella stanza un sapore totalmente diverso, anche se fosse il solo elemento di arredo. Ecco, è proprio questo che per noi fa la grande differenza».

Il fit out realizzato con il riutilizzo di materiali che arrivano dal mondo dello strip out

Fit out e strip out, sembra un gioco di parole, ma soprattutto, per chi ne conosce il significato, sono due concetti così lontani tra di loro, paralleli come le rotaie di un binario che non si incontrano mai. Per TOPTAGLIO non è mai stato così, poiché nell’incontro di questi due mondi così diversi e distanti ha visto un’opportunità da cogliere: «Il recupero e il riutilizzo di materiali che arrivano dal mondo dello strip out in un fit out – spiega Paolo – è una condizione diversa dal semplice arredo. È prendere un oggetto e riportarlo alla sua funzione nativa, perché non è finito. Per fare un esempio, immaginiamo un bulbo all’interno di una scatola elettrica: teoricamente è stato esposto a raggi UV (questi termini sono solo tecnicismi), ma in realtà ha una vita infinita. Perché, allora, non riutilizzarlo per l sua funzione originaria? Allo stesso modo, io posso prendere un autobloccante in un piazzale e metterlo in un altro piazzale, senza nessun tipo di problema, poiché ha gli stessi anni di vita, ha costi ridotti e, certamente, il suo riutilizzo, che evita il riciclo, fa bene all’ambiente. Usare un prodotto che arriva dal mondo dello strip out con funzioni differenti non sarebbe conveniente. Il prodotto deve essere riutilizzato per quello per cui è nato. Lì c’è il vero vantaggio: il riutilizzo dei materiali».

TOPTAGLIO, sostenibilità e progetti futuri

Cosa farà TOPTAGLIO nel futuro per diventare sempre più sostenibile? «Tutto quello che è possibile fare. – risponde Paolo – Si cercherà di gestire meglio i materiali di scarto dei cantieri, le emissioni di CO2… Più che altro vogliamo portare avanti il concetto di riutilizzo, di cui parlavo prima. Questa è una cosa in cui credo tantissimo. Se riuscissi a convincere i clienti a non comprare nuovi materiali, ma a riutilizzare quello che oggi deriva dalla decostruzione e dello strip ut, sarebbe un enorme passo in avanti».

La vision di Paolo Ceresoli, come quella di TOPTAGLIO, è lungimirante e ambizioso, un po’ come racconta il pittogramma dell’azienda, nato dal recente rebranding e ispirato al quartiere di una città vista dall’alto: guardare da grandi altezze ed essere capaci di avere una visione d’insieme aiuta probabilmente a fare le scelte giuste: «, – asserisce Paolo – ma se potessimo guardare da ancora più in alto avremmo un orizzonte ancora più ampio. Cosa occorre per riuscirci? Bisogna avere tanta pazienza e lavorare quotidianamente per poter proseguire sempre, così come abbiamo fatto finora».

Per quanto riguarda i settori in cui TOPTAGLIO lavorerà nel futuro, qual è la visione dell’azienda? L’approccio è molto simile a quello che con cui si affrontano i progetti: «Abbiamo lavorato in tanti settori – afferma Paolo – L’importante, secondo me, è cercare di non focalizzarsi in un unico settore. Il bello è poter cambiare tutti i giorni». Sarà forse per questo che alla domanda riguardante la sua soddisfazione più grande avuta nel percorso professionale, Paolo risponde: «Non ce l’ho ancora avuta. La sto ancora cercando».

 

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