Roberto Gabetti: architetto e fotografo

Martedì 3 maggio, presso l’ADI Design Museum, avrà luogo un evento speciale, organizzato dalla rivista PLATFORM architecture and design, dedicato al grande architetto e fotografo Roberto Gabetti.
Sisto Giriodi – alunno, assistente e poi collega di Gabetti – dialogherà con il Prof. Luca Molinari attorno alla figura del maestro e si focalizzerà sul libro “Roberto Gabetti: architetto e fotografo”, scritto dallo stesso Giriodi e edito dalla Casa Editrice Il Quadrante.

La ricorrenza del ventennale della morte di Roberto Gabetti nel 2020 ha dato la spinta ad un progetto rimasto finallora in sospeso: quello di studiare e far conoscere le fotografie che aveva scattato per vent’anni. Il volume è quindi nato dall’esigenza di seguire l’attività dello studio, dai concorsi ai progetti, ma anche e soprattutto i suoi interessi di studioso dell’architettura italiana tra ‘800 e ‘900, inseguendo caratteri ricorrenti nelle architetture di piccoli e grandi centri a cavallo del secolo: i lavori di Antonelli nei suoi paesi, e il viaggio attraverso l’alta Italia.

Gabetti ha cominciato a fotografare nel 1946, ancora studente, e ha continuato con alterne vicende: migliaia di scatti dimenticati in un cassettone dello studio, che il figlio ha provveduto ad archiviare, rendendoli disponibili a vent’anni dalla sua morte. Sisto Giriodi ha quindi curato la pubblicazione dei suoi scritti e il recupero delle fotografie scattate da Gabetti dal 1946 al 1967, rimaste nascoste nel suo archivio.

Il primo rullino è dedicato ai modellini che lui costruisce per l’esame di plastica ornamentale. Tanti scatti, frutto di una precoce sospensione di giudizio: lui non sa ancora cosa vuole, lo scoprirà seguendo la lezione appresa dal filosofo Pareyson negli stessi anni.
Gabetti sta cinque anni senza fotografare e quando riprende in mano la Leica fa un rullino di prova: anche qui esplora, si guarda attorno, interessato a temi che non sono quelli dei maestri, delle avanguardie, ma temi personali, antropologici: come si sposta la gente in città, sul fiume.

Gabetti riprende in mano la Leica In occasione di viaggi da architetto: a Pisa, a Firenze, a Roma, con immagini di nuovo nate da curiosità personali, singolari. Nel viaggio a Venezia, Gabetti matura nuove scelte: riprese dall’alto, riprese dal basso, e conferma l’interesse per la presenza umana.
Gabetti dimostra questa nuova maturità anche nei viaggi successivi: a Firenze, dove guarda in modo originale l’antico, ma anche la città nuova uscita dalla guerra. Scoperte che Gabetti mette in atto quando a Torino comincia a usare la Leica per occasioni di lavoro.
Le fotografie di Roberto Gabetti sono immagini complesse, suscettibili di letture diverse, che incrociano la lettura cronologica e confermano l’originalità delle sue scelte. La molla per lui non è la forma dell’architettura, ma il tentativo di raccontare l’architettura che gli interessa, che è quella vissuta, abitata.

L’interesse di questo tesoretto fotografico, non sta solo nella personalità dell’autore, nella sua storia conosciuta, nell’importanza delle architetture fotografate, ma nella sua innovazione nella fotografia, come ha innovato nell’architettura: abbandona la posizione eretta “militare” per guardare il mondo dall’alto dei campanili; accetta in modo creativo le deformazioni imposte dalla piccola Leica nelle riprese dal basso; libero dalla messa in bolla, dalla prospettiva, ci dà scatti naturali come fotogrammi di un film, sempre abitati da qualcuno che si muove. È questa una lezione ancora oggi sorprendente, che conferma la lezione dei progetti: il mondo in cui viviamo, l’architettura, la gente, vanno capiti, vanno amati.

Per partecipare all’evento è necessario registrarsi al seguente link di Eventbrite.

PLATFORM TALKS: conversazione sul libro “Roberto Gabetti, architetto e fotografo”
Luca Molinari dialoga con Sisto Giriodi
Presenta Simona Finessi
ADI Design Museum, 3 maggio 2022 ore 18:00