Carlo Colombo

Formazione da architetto ma vocazione al design, che esercita fin dall’inizio della propria carriera, complice probabilmente l’essere nato in un territorio dove il design è di casa. Ha disegnato per le aziende più importanti del Made in Italy e ambasciatrici del design italiano nel mondo. Ad un certo punto della propria carriera fonda assieme al suo socio una società di architettura che opera nel settore del lusso e che come realtà progettuale e di fatturato cresce in brevissimo tempo e oggi ha sedi in tutto il mondo. Parallelamente a questo percorso, Carlo Colombo incontra l’arte: dapprima come collezionista, ma poi questo ruolo incomincia ad essere stretto e Carlo diventa artefice, lasciandosi sedurre dalla libertà che il gesto artistico offre.

S.F. Il tuo percorso professionale è sia nell’ambito del design che dell’architettura, e non solo come vedremo. Vorrei iniziare da quella che considero però la tua matrice principale e la tua vocazione, che è quella del design.
C.C. Si, io nasco come designer. Ho una laurea in architettura, ma la parte dell’architettura vera e propria è arrivata dopo. La vera passione è sempre stata, e lo è ancora oggi, quella di fare il designer. Se nel mio futuro dovessi scegliere se continuare a fare l’architetto o dovessero impormi una scelta ben precisa, sceglierei sicuramente la parte del design, che è quella più vicina alle mie radici e alla mia formazione ed è la passione che porto avanti da 30 anni. Si tratta di un mondo fatto di artigianalità, di materiali e di sofisticazione. Esattamente com’è successo per molti altri miei colleghi, il design è stato un ottimo trampolino di lancio, che ci ha permesso di farci conoscere e di acquisire lavori legati al mondo dell’interior e dell’architettura.

S.F. Secondo te qual è il motivo per il quale il design italiano è così connotato, riconoscibile ed è così apprezzato nel mondo?
C.C. In questi 30 anni ho viaggiato moltissimo per lavoro e ho cercato di assorbire e di condividere il più possibile quelle che sono le esperienze internazionali della cultura del progetto. Il design italiano ha come elemento essenziale l’unicità, nel senso che è unico al mondo, è indistinguibile. Io osservo spesso i brand esteri di design: ne ho contati al massimo dieci che possono essere definiti competitor. È difficile definire gli ingredienti del design italiano: fanno parte della nostra cultura, si trovano nel nostro DNA, è qualcosa di intangibile ma che, allo stesso tempo, fuoriesce in maniera del tutto naturale. Io credo che ogni popolo abbia all’interno della propria storia delle capacità che sono legate alla cultura del proprio Paese. Il fatto di poter nascere, vivere in Italia, di confrontarsi e soprattutto di avere delle esperienze internazionali, ti permette di crescere e di essere sempre più propositivo.

S.F. Nella tua carriera hai collaborato – e lo stai facendo tutt’ora – con aziende di altissimo livello, per creare degli oggetti estremamente sofisticati ed eleganti. Com’è cambiato, se è cambiato, il concetto di oggetto dedicato al mondo del lusso?
C.C. Da quando la moda e l’automotive hanno cominciato a creare oggetti d’arredo, hanno influenzato tantissimo il nostro mondo. I prodotti di design o gli allestimenti hanno oggi un grado di sofisticazione, di cura del dettaglio, di matericità degli elementi, che dieci anni fa erano impensabili. Il mondo del design ha avuto un’enorme evoluzione legata al mondo del lusso, che non è da intendere solamente come un’importante capacità di spesa, ma si tratta di un contesto culturale che ha influenzato tantissime aziende. Oggi possiamo vedere una trasformazione nella cura delle finiture, un’attenta selezione dei materiali, sia nel mondo del design, che in quello dell’interior. Oggi è difficile trovare un progetto di architettura che non abbia un fit-out fatto di boiserie in legno, in marmo, in bronzo, piuttosto che in altri materiali. Tutto ciò una volta non era scontato e questa trasformazione è avvenuta grazie all’influenza della moda – che è dettata soprattutto dai negozi dei fashion brand. Oggi viviamo in un mondo in cui la raffinatezza e l’eleganza hanno preso piede e hanno influito tantissimo sul nostro modo di vivere e di lavorare.

S.F. Un oggetto di design nasce dall’equilibrio tra la visione di un progettista e l’expertise di un’azienda: secondo te quali sono le percentuali di questo bilanciamento?
C.C. Credo che si tratti di un equilibrio al 50%. Da una parte c’è il designer che apporta il suo pensiero e la sua visione a quello che sarà il prodotto finale e che, forse, riesce a guardare oltre a quelli che sono gli ambiti aziendali. Dall’altra c’è un contesto di marketing, di strategia del prodotto, azioni commerciali, che sono parte integrante di ogni brand, ognuno con la propria storia. Quindi quando affronto un progetto con i miei clienti e con le aziende, da un alto penso a disegnare quello che è il pensiero di Carlo Colombo, la sua storia, la sua filosofia e c’è questa tendenza a rispettare le strategie e soprattutto a pensare ad un prodotto che sia mirato per quel tipo di azienda.

S.F. La tua vita professionale non vive solo di design perché diversi anni fa hai fondato assieme al tuo socio Paolo Colombo una società di architettura con base a Lugano e diverse sedi nel mondo; una realtà di oltre 200 persone che ha nel nome una vera e propria dichiarazione di intenti: A++ Human Sustainable Architecture. I progetti realizzati con questa società sono prevalentemente nel mondo del lusso. Allora la domanda è: la parola sostenibilità può entrare nel vocabolario del lusso; è un concetto che fa parte oggi dell’asse valoriale che identifica il mondo del lusso?
C.C. La sostenibilità è un lusso vero, quando viene applicata realmente. Con il nostro team dello studio A++ cerchiamo tutti i giorni, attraverso gli investimenti in campo tecnologico, di creare un processo dove l’uomo è al centro di tutto. Le nostre architetture offrono una qualità di vita altissima e pongono grande attenzione nei materiali che vengono utilizzati: i nostri tecnici ed ingegneri studiano tutti i giorni tutta una serie di elementi affinché questo processo sostenibile possa essere portato avanti al massimo della sua efficienza. Siamo partiti con il nostro ufficio principale a Lugano, per poi aprire un altro a Zurigo, New York, Miami, in modo da seguire al meglio l’avanzamento dei lavori e le esigenze del cliente con un team di professionisti in loco e contemporaneamente ridurre al minimo gli spostamenti. Anche questo è un passo avanti verso una progettazione più sostenibile.

S.F. Abbiamo parlato della tua vocazione al design; poi abbiamo raccontato la tua realtà nell’ambito dell’architettura. Ma so che c’è anche un altro grande interesse che permea la tua vita, anche professionale: l’arte. Ce ne vuoi parlare?
C.C. Credo sia davvero difficile poter fare questo mestiere, senza nutrire l’amore per l’arte. Dopo 30 anni di progettazione nel mondo del design, ho scelto di cominciare a sognare e di concedermi la massima libertà creativa, che solo l’arte ti può dare. Ma anche in questo percorso non mi sono discostato dalla progettazione: le mie creazioni, infatti, non si possono considerare come lavori pittorici o delle sculture vere e proprie, ma sono delle opere di design talmente particolari e sofisticate, che non possono essere degli oggetti ripetibili industrialmente. Ogni creazione viene riprodotta in serie numerata con solamente nove pezzi ed è totalmente libera da tutti i vincoli che possono essere dati dalla progettazione in serie: sono semplicemente il frutto di Carlo Colombo che si diverte a disegnare dei pezzi, a metà strada fra il design e l’arte e che sono destinate a poche persone. Riflettendo sul mio percorso professionale, credo che se dovessi ricominciare da zero, partirei proprio da qui, dall’arte.

Testo di Simona Finessi

Didascalie e crediti fotografici (dall’alto in basso)

– Ritratto di Carlo Colombo, Foto © Guido Stazzoni
– SAHRAI – Bambù mirtillo
– GIORGETTI – Letto Vibe
– GIORGETTI – Sistema di sedute Soho
– ANTONIOLUPI – Ofuro
– ANTONIOLUPI – Slope
– ANTONIOLUPI – Eclissi
– BENTLEY HOME – Poltrona
– BENTLEY HOME – Tavolini
– BENTLEY HOME – Lettino da sole
– Progetto di A++ – Villa a Miami
– Progetto A++ – Complesso residenziale a Lugano
– Progetto di A++ – Residenza a Lugano
– Progetto di A++ – Villa a Dubai
– Progetto di A++ – Villa a Madrid
– Carlo Colombo Industrial Design – Rizzoli 2022

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