Zahara è una casina di fine ‘800 situata nell’antico feudo di Piano Torre sul confine tra l’altopiano Ibleo e la piana di Catania, in un territorio attraversato e abitato per lunghi anni da Fenici, Greci, Romani, Arabi, Normanni, Spagnoli. Zahara è immersa in un giardino storico di agrumi, ulivi secolari, vigneti e fichi d’India scavato da nuovi percorsi di piante esotiche e essenze aromatiche.
La ristrutturazione di questo casolare nei dintorni di Siracusa è stata a cura il giovane studio di architettura siciliano Analogique che lo ha trasformato in una struttura ricettiva contemporanea e confortevole.
Di un progetto generale più ampio che comprende la rimodellazione e rifunzionalizzazione di tutti gli edifici e degli spazi esterni più prossimi alle architetture, la sequenza di interventi realizzati è stata concentrata sull’edificio principale.
Zahara è un budino geologico rivestito con la granella dei colori dell’Etna, il rosso della Ghiara e il nero dell’Azolo. Un edificio di due piani con una torre in cima alla copertura è stato costruito con la materia ottenuta dagli scavi, necessari per livellare la roccia e ricavare il piano orizzontale per l’edificazione.
Dalla configurazione originaria, una sequenza lineare di spazi tra loro comunicanti, sono state ricavate, attraverso piccole demolizioni e intagli, tre camere indipendenti con bagno, due spazi di servizio e un sistema di collegamento verticale con la camera all’interno della torre. La distribuzione è organizzata per mezzo di due dispositivi minimi che si affacciano sul salone principale insieme alla cucina e al soggiorno.
Un rivestimento minimo in legno di betulla grigio si articola in tranci e scaglie, per riconfigurare, in alcuni nodi e con l’innesto di altri elementi, le porte interne e un nuovo sistema di arredi fissi, dall’ingresso fino alle camere da letto attraversando il salone e gli spazi distributivi. Queste lastre accompagnano e si intrecciano alle linee di movimento sovrapponendosi talvolta alle tinte delle camere, ottenute campionando le tracce di colore ritrovate, con toni arricchiti e impreziositi di nuovi pigmenti. I varchi bianchi nel colore dei volumi interni legano insieme le aperture e ampliano la dimensione dello spazio verso nuovi ritagli strabici di paesaggio rurale.
Progettisti Claudia Cosentino, Dario Felice, Antonio Rizzo, in collaborazione con Salvatore Interlandi.
Foto di Peppe Maisto
Opere murarie e impianti: Eterno&Grosso s.r.l.
Opere in ferro: Gandolfo s.r.l.
Opere in legno: Esa arredamenti s.r.l.