Firmato dagli architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi dello studio OBR, il padiglione Artemide presentato a Euroluce si configura come molto più di un semplice spazio espositivo: è un dispositivo architettonico che indaga il rapporto tra luce e architettura, instaurando un dialogo corale tra autori, visioni e discipline.
Pensato come luogo di relazione e confronto, il padiglione propone una conversazione a più voci tra importanti autori del panorama internazionale, da BIG, Arup, Herzog & de Meuron, Carlo Colombo e Giulia Foscari, fino a Foster + Partners Industrial Design, Michele De Lucchi, Carlotta de Bevilacqua e molti altri. L’obiettivo è stato di costruire un’architettura di scambi, in cui la luce agisce come materia relazionale, rendendo dinamico il dialogo tra ambiente e individuo.
Ispirato alla domus romana, con un impluvium centrale attorno a cui si articolano le stanze dei vari autori, il padiglione si organizza secondo una geometria ortogonale che apre lo spazio verso l’esterno e lo rende fluido e attraversabile da tutti i lati. Le fratture e i tagli nella struttura rompendo la continuità dell’involucro e favoriscono una percezione porosa dell’ambiente costruito.
In un’eccezione alla razionalità del disegno, una sala ovale rende omaggio ai maestri del design della luce che hanno segnato la storia di Artemide: Gae Aulenti, Ernesto Gismondi, Vico Magistretti, Ettore Sottsass.
Nel cuore del padiglione, l’impluvium si trasforma in oasi vegetale ispirata da Piet Oudolf, in cui piante autoctone crescono secondo principi di armonia spontanea. È la luce il principio strutturante, guida invisibile del progetto.
Ma l’esperienza non si conclude alla fiera: Artemide avvia un progetto di riuso delle piante e rigenerazione urbananell’area di Pregnana Milanese, trasformando l’installazione temporanea in opera pubblica permanente.
Il padiglione stesso è concepito come sistema modulare riconfigurabile, progettato per essere smontato, riadattato e riutilizzato, in linea con i principi di economia circolare. Legno e vetroresina diventano materiali flessibili, destinati a vivere nuove configurazioni, offrendo un modello replicabile di architettura responsabile.
Per maggiori info: www.obr.eu