God Save Matter

Dal 10 maggio fino al 2 giugno 2024, il Museo Diocesano di Cremona ospita la mostra personale dell’architetto Giorgio Palù, intitolata “God Save Matter”.
Le opere e installazioni site-specific sono ospitate negli spazi che accolgono la collezione permanente e negli ambienti adibiti alle mostre temporanee del Museo, inaugurato nel 2021 e del quale l’architetto ha firmato il progetto.
Artista oltre che architetto, con una forte tensione all’indagine sulle potenzialità dei materiali di natura industriale, Giorgio Palù (Cremona 1964) ha ideato un progetto espositivo curato da Ilaria Bignotti, che accompagna il visitatore alla scoperta dei beni museali, artistici e liturgici in dialogo con la vibrante presenza della sua arte contemporanea.

Ogni opera, ogni installazione – racconta Palù, – scaturisce dall’ispirazione che ho provato davanti alle opere d’arte sacra e antica mentre lavoravo al progetto del Museo. Mi sono lasciato toccare nel profondo dai messaggi, dai gesti, dalle forme che i maestri del passato hanno saputo tradurre in dipinto e scultura per rappresentare l’ineffabile e il mistero della nascita e della fede, della vita e della morte”.
Con passione e rispetto, Giorgio Palù ha così punteggiato il Museo con opere e installazioni che sono tappe di un viaggio spirituale, oltre che artistico.

A partire dalla prima sala del Museo, Palù allestisce In principio, composta da rilucenti frammenti tellurici rivestiti di foglia d’oro, a raccontare la tensione tra anima e corpo, in dialogo con il mosaico paleocristiano della fine del IV-inizi del V secolo.
Anche l’opera che si rivela successivamente, E luce fu, lavora con la luce, ma in questo caso con quella elettrica: un vecchio pannello di controllo dell’illuminazione del Duomo cremonese è stato infatti riattivato e riprogrammato da Palù per emettere segnali luminosi che attirano il visitatore.
Un altro dialogo tra arte antica e contemporanea è rappresentato da Red Monolith e la straordinaria Annunciazione, dipinta nel 1505 da Boccaccio Boccaccino. Il suo rosso, così denso e carico di rilucenze, cita il colore della veste rinascimentale dell’Arcangelo.
Il percorso prosegue con un’opera figurativa: la trasparenza della crocefissione si tinge di rosso nel Transparent J, e dialoga con le opere di singolare valore esposte nella settima Sala, quali il Cristo nell’orto degli ulivi di Battistello Caracciolo, il Crocifisso di Scandolara Ravara, la scultura lignea più antica della Diocesi di Cremona.

Il dialogo continua tra il toccante corpo trafitto del San Sebastiano in legno intagliato e dipinto di Giovanni Angelo del Maino, (XVI secolo), e il San Sebastian di Giorgio Palù: una scultura ridotta al minimo, dove il marmo si contorce e si macchia del segno dei chiodi.
La materia sgorga e si slancia in Flusso, un intreccio di filamenti metallici che ricordano la destinazione d’uso originaria della grande ghiacciaia a pianta ellittica del Museo, perfettamente conservata.
Nella sala seguente il Cristo crocifisso proveniente dalla Collezione di arte sacra di Giovanni e Luciana Arvedi Buschini si confronta con With My Arms di Giorgio Palù, che iconograficamente è un esplicito omaggio a quello tardo medievale.

Un potente “cameo”  rievoca la grande installazione ideata e realizzata da Palù nella Ex Chiesa di San Carlo, nel 2019: ripensata per lo spazio del Museo diocesano, Frattura (Ricomposizione), “una sorprendente installazione multimediale, sonora e luminosa, (…) dove il senso senza tempo della divinità, la nostra divinità, quella del Figlio, si scontra con le drammatiche storture della società contemporanea”, ha scritto il critico Luca Beatrice.
La mostra è inserita nel palinsesto di Cremona Contemporanea – Art Week  2024, giunta alla sua seconda edizione e che si terrà dal 18 al 26 maggio.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.museidiocesicremona.it.