Le strade intricate della città di Porto diventa lo sfondo per una casa/ atelier dallo stile eclettico e dagli spazi dinamici e funzionali. Il vecchio edificio è nascosto nel centro della città e di distribuisce su tre livelli con tre porte d’ingresso e un profilo distorto. Ogni piano suggerisce una logica spaziale diversa ma condivide lo stesso linguaggio e la stessa materialità. Il piano terra è un atelier a pianta aperta collegato al giardino. Salendo al primo piano si può trovare un monolocale con una porta unica a strisce bianche e rosa.
Infine, l’ultimo livello è occupato dall’appartamento più grande dove sei stanze sono accuratamente organizzate intorno a un’alta sala centrale. Per quanto riguarda la scelta cromatica gli spazi interni sono bianchi con alcuni elementi in cemento a vista e un paio di momenti eccezionali. Le porte sono laccate in bianco lucido con cornici di compensato a vista, mentre il morbido motivo a scacchi del pavimento in terrazzo blu si stacca dalle tonalità delle pareti ma che unisce in maniera organica la facciata. Originariamente la facciata anteriore era sbilanciata e leggermente curva perciò si è deciso di ristrutturarla cambiandone l’intera immagine.
Il risultato finale vede dunque un colore forte per le tre porte, una finestra scompare, viene introdotto un cerchio di marmo e l’alto cappello diventa visibile da lontano. Anche la la facciata posteriore viene ricostruita, portando a una proporzione molto diversa da quella anteriore, più alta e più stretta. La porta rosa contrasta con la grande apertura e quattro finestre identiche suggeriscono un uso domestico nei livelli superiori. Il muro di cemento dipinto di bianco vola sopra la fragile superficie vetrata. Il cerchio disturba la sua simmetria e termina la figura. Vivere e lavorare nello stesso edificio è una delicata comodità. Ogni livello dell’edificio è un campo di sperimentazione indipendente dove il principale filo conduttore è il senso di gioia e serenità.
CREDITS
Project: House and atelier
Architects: Fala Atelier
Year: 2018
Photo: Ricardo Loureiro