Open Project celebra il suo 40° anniversario con l’inaugurazione della nuova sede a Bologna, segnando un momento cruciale nella storia dello studio. Situata in via Pompeo Scipione Dolfi 7, la nuova sede riflette l’evoluzione costante dello studio e il suo impegno verso l’innovazione. Durante l’evento è stata presentata anche la prima monografia dello studio, “Immaginare, progettare, costruire”, pubblicata da Danilo Montanari Editore.
La nuova sede, uno spazio di 1200 metri quadri distribuito su tre piani, è ricca di storia. In origine una chiesa del XVI secolo, successivamente trasformata in sala da ballo e poi in falegnameria, l’edificio rappresenta un intreccio del passato di Bologna. Il restauro, durato un anno, ha bilanciato magistralmente gli elementi storici dell’edificio con le esigenze funzionali di un moderno spazio di lavoro.
Tra i principali elementi architettonici si evidenzia la conservazione della forma geometrica originaria, evidente nelle tre arcate al piano terra e nello spazio esterno ora trasformato in parco pubblico. Il restauro ha portato alla luce tesori storici come un doppio ordine di affreschi e una targa commemorativa in pietra, oggi esposta all’ingresso. Nella sala principale al primo piano, con soffitti che superano i dieci metri di altezza, le pareti grezze mettono in risalto la stratificazione storica del luogo.
Il design della nuova sede punta sull’apertura e sulla collaborazione. Gli spazi di lavoro sono prevalentemente open space, favorendo l’interazione continua e la condivisione di idee tra i membri del team. Tra le caratteristiche principali vi è un box acustico su misura al piano terra, che crea uno spazio raccolto senza interrompere il volume originario dell’edificio, e aree multifunzionali dedicate a riunioni di gruppo e momenti di socialità. La nuova sede è più di uno spazio lavorativo: è concepita come un hub creativo per la città. A partire dal 2025, lo studio ospiterà eventi, mostre e talk per promuovere il dialogo interdisciplinare. Questa visione si basa sulla filosofia di Open Project, che punta a contaminazioni tra campi diversi e a spingere i limiti della pratica architettonica.
L’evento inaugurale ha offerto una visione del lascito e del futuro di Open Project. Gli ospiti hanno visitato gli spazi restaurati, seguiti da un talk moderato dal Professore Aldo Norsa. Durante la presentazione di “Immaginare, progettare, costruire” a cura di Maria Beatrice Bettazzi e Piero Orlandi, è stato approfondito il percorso dello studio, che dalla sua fondazione è diventato oggi una delle principali firme di architettura in Italia, sotto la guida di Maurizio Piolanti e Francesco Conserva. La monografia include anche progetti iconici come la Torre Unipol a Bologna, la Manifattura Bulgari a Valenza e The Social Hub Bologna.
L’inaugurazione è stata accompagnata dalla mostra fotografica “Frames of Identity: 40 Years of Architecture”. Allestita nella sala centrale al secondo piano, la mostra presenta immagini iconiche delle opere di Open Project scattate da fotografi come Giacomo Albo, Luca Capuano e Vincenzo Ruocco. A completare le fotografie ci sono opere grafiche e render di artisti e studi rinomati, enfatizzando l’integrazione tra architettura ed espressione artistica.
Crediti
Progetto: quarter generale Open Project
Studio: Open Project
Luogo: Bologna, Italy
Anno: 2024
Foto: Vincenzo Ruocco