L’obiettivo progettuale, fissato fin dalle prime fasi del progetto, era quello di creare uno spazio dedicato alla salute che trasmettesse la sensazione di uno spazio domestico. Nasce su questi presupposti Fisioterm Roma, ideato da Cristina García Montesinos e Lelio di Loreto dello studio salpepe, favorendo la possibilità di migliorare le interazioni sociali e permet- tendo ai pazienti di vivere il periodo di convalescenza e riabilitazione in un ambiente armonioso e sereno.
La spazio si presentava come una successione labirintica di pareti e controsoffitti bassi. Le grandi finestre di metallo nero erano solo parzialmente visibili dall’interno, oscurate da elementi in muratura e cartongesso a mezza altezza. Una volta compresa la vera natura dello spazio, la prima (e istintiva) azione è stata quella di ripristinarne la forma originaria. Questa azione ha migliorato notevolmente la luce e l’aria naturale e ha attivato un’interessante relazione fisica e visiva tra l’in- terno e l’esterno dell’edificio.
La pianta è divisa in due aree rettangolari caratterizzate da ampie superfici trasparenti sui lati lunghi e da pareti opache sui lati corti. La prima area ha una superficie più piccola ed è situata tra due aree esterne: l’ingresso condominiale da un lato e una terrazza dall’altro. Dopo una serie di demolizioni, le grandi finestre esistenti collegano fisicamente e visiva- mente l’interno con entrambe le aree esterne. Per questo motivo, è stata individuata come area ideale per collocare la reception e la sala d’attesa. La parete curva accompagna lo spettatore dall’ingresso principale attraverso la sala d’attesa fino alla terrazza con la vegetazione come sfondo, senza coprire alcuna parte delle finestre. Dietro questa parete si tro- vano i servizi igienici.
La seconda area è sufficientemente ampia da contenere tutte le attività riabilitative e terapeutiche necessarie ed è suddivisa in tre settori: spazio per le attività dinamiche/palestra, moduli di trattamento fisioterapico e consulti medici. La scelta della disposizione di questi tre settori si basa sull’incidenza della luce (diretta o indiretta), sull’apertura visiva verso l’esterno e sulla necessità di privacy, non solo visiva ma anche acustica.
Le cabine di trattamento, con la loro posizione baricentrica alternata alla struttura di pilastri in cemento armato a vista e la loro altezza di soli 2,25 m, riescono a evitare un collegamento visivo diretto tra le aree del corridoio e della palestra, mantenendo un rapporto indiretto di condivisione dello stesso spazio.
Dal corridoio degli studi medici è possibile godere di tutta la luce proveniente dalle finestre della palestra, evitando la sensazione di trovarsi all’interno di uno spazio lungo e stretto e con la percezione di essere all’interno di un unico grande spazio arioso e luminoso. Viceversa, dalla palestra lo sguardo può andare oltre il volume dei moduli, raggiungendo la parete degli studi medici, mantenendo un rapporto costante con la dimensione unitaria dello spazio.
Collocando la palestra sull’asse nord dell’area, è possibile svolgere le attività senza la necessità di tende alle finestre, mantenendo un rapporto continuo con l’esterno. Le finestre, tutte rivolte a nord, forniscono una luce continua ma mai di- retta all’interno dello spazio, mentre la vegetazione esterna permette a chi si allena di godere di un paesaggio piacevole e di non essere osservato da nessuno dall’esterno.
In termini di materiali, il progetto lavora sempre nella forma più ‘grezza’ possibile.
I pannelli in legno fenolico non trattato sono utilizzati per tutte le pareti divisorie dei moduli di trattamento e degli studi medici. Dove non è richiesta l’opacità, si utilizzano pannelli in policarbonato alveolare. Per il pavimento è stato utilizzato il linoleum che, oltre a essere un materiale completamente naturale ottenuto dalla miscelazione di vari tipi di terra, garan- tisce la morbidezza al tatto e le caratteristiche igieniche essenziali per questo tipo di struttura.
Applicando lo stesso ragionamento della matericità, si è deciso che gli impianti elettrici e termici dovevano essere visibi- li. Questo ha portato allo studio e alla realizzazione precisa del percorso, dei punti di uscita, degli accessi e dei punti di ispezione dei cavi e delle tubazioni per consentire un corretto assemblaggio tra gli impianti e gli spazi costruiti, dando come risultato un valore aggiunto allo spazio architettonico.
CREDITI
Fotografia: Cristina García Montesinos