Qui, la musica non è solo ascoltata, ma percepita attraverso il tatto, la vista e il movimento, traducendosi in forme architettoniche dinamiche che rendono le vibrazioni sonore visibili e palpabili. Groove Heaven è un ambiente in cui spazio e suono si fondono, dando vita a un luogo che invita alla scoperta e alla connessione sensoriale. Progettato dall’architetto Alper Derinbogaz, il concept si ispira alla propagazione naturale delle onde sonore, esplorando il modo in cui il suono può superare i confini dell’udito per diventare una realtà tangibile.
L’idea alla base di Groove Heaven è quella di creare un ambiente in cui le onde sonore influenzino ogni aspetto dello spazio. Il ritmo di una linea di basso diventa il principio fondante del linguaggio architettonico: scaffalature rotanti, superfici materiche e giochi di luce riproducono la fluidità e il dinamismo del suono. Questo dialogo tra spazio e musica permette di sperimentare una fusione tra il mondo immateriale delle vibrazioni sonore e la concretezza della materia, generando una dimensione immersiva e multisensoriale: la musica si traduce in elementi architettonici concreti, rendendo le vibrazioni sonore non solo udibili, ma anche visibili e palpabili.
Al centro dello spazio si trova la “Love Seat”, un’installazione scultorea che richiama la sinuosità di figure intrecciate, evocando un senso di intimità e connessione. Questo elemento iconico è rivestito con tessuti appositamente progettati per amplificare l’esperienza tattile, riproducendo la morbidezza e il calore di un letto accogliente. La sua presenza contrasta con la struttura ritmica e dinamica degli elementi circostanti, offrendo ai visitatori un momento di pausa, un’opportunità per interagire con il suono in una forma più fisica e avvolgente.
In un’epoca segnata dalla frenesia metropolitana e dall’individualismo, Groove Heaven si propone come un antidoto alla disconnessione sociale. Qui, la musica si fa spazio architettonico, trasformandosi in un rifugio temporaneo che consente ai visitatori di riconnettersi con l’ambiente, con gli altri e con il linguaggio universale del suono. L’esperienza non è solo visiva o acustica, ma diventa un mezzo per radicarsi nel presente, in un luogo che celebra il potere collettivo della musica.
Attraverso una progettazione stratificata e multisensoriale, Groove Heaven invita a riflettere sul rapporto tra spazio, suono e interazione umana, offrendo una nuova prospettiva sulla capacità dell’architettura di dare forma all’invisibile e trasformare l’immateriale in esperienza concreta.
CREDITI:
Progetto: Groove Heaven
Architetto: Alper Derinbogaz
Anno: 2024
Luogo: Istanbul, Turkiye
Foto: Salon