Il progetto di recupero e rifunzionalizzazione di Palazzo delle Pietre, a Roma, nasce dall’incontro tra architettura, collezionismo e cultura dell’abitare, restituendo nuova vita a un edificio storico attraverso un’idea di ospitalità che intreccia memoria materiale e progetto contemporaneo. L’intervento si inserisce nel tessuto di Campo Marzio, area centrale nello sviluppo urbano della città fin dall’epoca repubblicana, e più precisamente in via delle Coppelle, antico asse di attraversamento medievale per i pellegrini diretti a San Pietro.
Il palazzo sorge in corrispondenza delle Terme di Nerone, attive tra il I e il V secolo, e viene edificato nel Quattrocento dalla confraternita della Santissima Annunziata, che ne mantiene la proprietà fino alla metà del XIX secolo. Nel 2012, dopo un lungo periodo di abbandono, l’edificio viene acquistato da Carlo Mazzi e sottoposto a un articolato intervento di ristrutturazione durato sette anni, volto a valorizzarne la stratificazione storica e a inserirla in un progetto unitario di ospitalità composto oggi da dieci appartamenti e da una serie di spazi comuni.
Il Palazzo delle Pietre porta in ogni dettaglio le tracce di una passione per l’architettura, il design e la storia che attraversa quattro generazioni. Cuore del progetto è la collezione della famiglia Mazzi, composta da circa duecento reperti archeologici di epoca romana e da cinquanta ritrovamenti rinascimentali, distribuiti con rigore filologico all’interno degli ambienti abitativi e delle parti comuni. I manufatti trovano posto tra soffitti, volte decorate e portali in travertino, costruendo una continuità visiva e narrativa con l’architettura storica.
Questa presenza non assume carattere museale, ma dialoga con opere di arte contemporanea e con una selezione di oggetti firmati dai maestri del design italiano del Novecento. Senza soluzione di continuità, le opere di design convivono con una vasca napoleonica in marmo, sculture lignee del Rinascimento toscano e tappeti caucasici realizzati su piccoli telai portatili. L’accostamento di epoche, materiali e linguaggi costruisce un interno stratificato, in cui il progetto diventa dispositivo di relazione tra passato e presente.
La cura progettuale si estende alla scelta dei materiali e delle finiture. Rivestimenti in marmo, alcuni oggi introvabili, sono posati a macchia aperta, dando origine a un continuum di venature che attraversa scale e ambienti con differenti sfumature cromatiche. Si contano almeno dieci varietà di marmo, caratterizzate da gradazioni e toni accesi, accostate alle palette più delicate delle pareti. A questi si affiancano legni di recupero, tessuti selezionati e complementi di manifattura artigianale, in una ricerca orientata alla qualità materica e a una sostenibilità concreta.
Il palazzo si configura come un’opera in costante evoluzione. Periodicamente artigiani toscani e romani intervengono per rinnovare gli ambienti, mentre l’esposizione dei reperti continua ad arricchirsi secondo le scelte della proprietà. La dimensione del progetto resta aperta, adattiva, alimentata da una pratica di collezionismo che si traduce in spazio abitato.
Accanto alla dimensione residenziale, il Palazzo delle Pietre ospita “FraMmenti Club”, progetto curatoriale ideato e organizzato da Patrizia Albano, che interpreta la vocazione del luogo come spazio di condivisione culturale. Il programma si articola in incontri mensili gratuiti e aperti al pubblico su prenotazione, oltre che agli ospiti del palazzo, con l’obiettivo di tessere un dialogo tra discipline, saperi e linguaggi diversi. Il ciclo di appuntamenti, intitolato FraMmenti d’Acqua, rinnova la tradizione dei circoli e delle accademie romane, promuovendo la divulgazione e il confronto come strumenti di integrazione e coesione sociale.
CREDITI
Progetto: Palazzo delle Pietre
Luogo: Roma (RM), Italia
Fotografie: Matteo Lavazza















