Un’architettura rough and ready, pensata per rispondere al clima locale e agli elementi, costruita con ciò che è disponibile, con ciò che esiste. Realizzata da Invisible Studio per la famiglia dell’architetto Piers Taylor, House in an Olive Grove sorge su una piccola isola greca ancora segnata dalla presenza di uliveti seicenteschi, agricoltura su scala ridotta e costruzioni improvvisate che si evolvono lentamente nel tempo.
Taylor frequenta quest’isola dagli anni Settanta, e proprio il suo legame profondo con il luogo ha orientato l’intero progetto. L’obiettivo era quello di dare forma a una casa che fosse espressione diretta delle capacità costruttive, dei materiali poveri e delle logiche artigianali locali, in netto contrasto con l’estetica levigata e anonima delle ville turistiche che, negli ultimi cinquant’anni, hanno trasformato il paesaggio greco.
L’edificio si articola in un volume semplice in cemento armato, impastato con inerti di pietra calcarea locale e modellato attraverso un sistema di casseforme improvvisate: talvolta orizzontali, talvolta verticali, in tavole riutilizzate o pannelli di compensato. Il risultato è un patchwork materico che registra il processo più che il progetto, l’azione più che l’intenzione.
All’interno, la casa ospita ambienti minimali: stanze essenziali interamente in cemento, quali pareti, pavimenti, soffitti, cucina e parte degli arredi, che si raccolgono sotto un grande spazio abitabile all’aperto, posto in sommità e protetto da una copertura in lamiera ondulata, sostenuta da capriate in tondino d’armatura trattato con ossido rosso. È qui che si concentra la parte più sociale dell’abitare, in dialogo diretto con il paesaggio.
Non ci sono vetri, ma solo reti saldate zincate scorrevoli, zanzariere indipendenti e tende in plastica: materiali economici e disponibili nei ferramenta locali, più scelti che progettati. Nessuna recinzione, nessun tentativo di addomesticare il paesaggio circostante. Ogni “errore” è lasciato in bella vista: tracce di semi, pietre, stagioni e mani locali che raccontano un tempo di costruzione condiviso e non codificato.
L’approccio progettuale sensibile al contesto e al clima ha ispirato un’architettura capace di farsi paesaggio. Ma più che un modello compositivo, qui si afferma una postura etica, quella di costruire con ciò che si ha, senza pretese, lasciando che l’architettura sia una conseguenza e non un’affermazione.
CREDITI
Progetto: House in an Olive Grove
Architetti: Invisible Studio
Luogo: Grecia
Anno: 2024
Fotografie: Jim Stephenson